giovedì 10 luglio 2008

L'opposizione che avremmo voluto vedere

Un parlamento semilegale, perchè fatto di deputati e senatori non scelti dagli elettori ma dai partiti in base ad una legge definita dal suo estensore 'porcata' sta per varare leggi palesemente e pericolosamente anticostituzionali. Veltroni, in qualità di capo del principale partito di opposizione, si avvede del grave ed eccezionale pericolo, si consulta con Di Pietro e indice una mobilitazione permanente della piazza per fare pressione affinchè il parlamento non vari quelle leggi vergognose. Questo tanti di noi avrebbero voluto vedere. Solo questo avrebbe avuto qualche speranza di indurre il parlamento a fare marcia indietro sulle leggi vergogna, non i patetici interventi nelle aule parlamentari degli esponenti di un partito che non ha nè i numeri nè la voglia di fare un'opposizione efficace e che è percorso da pruriti inciucisti. Invece ho visto un Di Pietro mandato allo sbaraglio, forse proprio per liberarsene, e una convocazione postuma di una manifestazione a ottobre di milioni di persone (sic!), come se il numero dei partecipanti lo decidesse la segreteria del PD, quando le leggi vergogna saranno state già tutte approvate e saranno in vigore. Come se non bastasse, Veltroni anzichè serrare le fila e unire tutte le opposizioni in un momento in cui dividersi è disastroso (Prodi questo lo aveva capito bene tant'è che aveva chiamato Unione l'unica opposizione che era riuscita a battere Berlusconi) manifesta la voglia di separarsi da Di Pietro, di cui si può dire tutto tranne che sia uno che non mantiene gli impegni assunti, come dimostrò nel passato governo. La vergogna, a questo punto, dovrebbe essere bipartisan. Berlusconi si dovrebbe vergognare per aver promosso leggi vergogna e Veltroni per non averlo contrastato in modo determinante e per continuare a fare un'opposizione immaginaria e sbagliata negli obiettivi e nei metodi. Le piazze si mobilitano per difendere i diritti offesi, la democrazia, i grandi principi (vedi le oceaniche mobilitazioni americane contro l'apartheid e contro la guerra in Vietnam), non per dettare al governo in carica l'agenda economica che è di sua competenza. Immagino già l'obiezione: ma oggi la vera emergenza è economica. La mia risposta è che non c'è benessere senza libertà e giustizia, quindi la vera emergenza in questo momento, l'Emergenza con la 'e' maiuscola, è l'attacco alla Costituzione.

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